domenica 27 gennaio 2008

barack obama pareggia i conti in south carolina


Il senatore dell'Illinois batte la Clinton e prende anche un quarto dei voti dei bianchi
Una vittoria scontata, ma con un risultato numerico inaspettato
South Carolina, trionfa Obama
Hillary doppiata: 55,4% a 26,5%
John Edwards si ferma al 18% ma annuncia che andrà avanti
E Caroline Kennedy si schiera con Barack: "Mi ricorda mio padre"


Obama con la moglie Michelle, dopo la vittoria
NEW YORK - Una vittoria strepitosa, che supera qualunque aspettativa: Barack Obama ha battuto Hillary Clinton nelle elezioni primarie democratiche della South Carolina con un distacco clamoroso: 55,4% a 26,5%. Il senatore nero ha conquistato più del doppio dei voti dell'ex first lady e ha vinto in tutte le fasce d'età, tranne che tra gli anziani. Terzo è arrivato John Edwards, che nonostante giocasse in casa si è dovuto accontentare di meno del 18 per cento, ma ha annunciato che non si ritira dalla corsa e vuole arrivare fino in fondo. Anche la partecipazione è stata clamorosa: quattro anni fa erano andate alle urne 293mila persone, ieri solo Barack ha preso 295mila voti e il totale dei partecipanti ha superato il mezzo milione.

I Clinton avevano cercato di chiudere Obama nel recinto del sud, di farlo diventare il candidato dei soli neri, ma non ci sono riusciti. Certo l'80 per cento degli afroamericani hanno votato per lui, ma ha anche preso un quarto dei voti bianchi e ha avuto la maggioranza degli elettori fino a 64 anni e delle donne. Proprio ieri durante il voto Bill Clinton aveva paragonato Obama a Jesse Jackson, ricordando come quest'ultimo avesse vinto in South Carolina nell'84 e nell'88. Un modo per sottolineare che il giovane senatore avrebbe vinto lo Stato dove i neri sono un terzo della popolazione, ma insinuando che poi sarebbe scomparso come Jackson.

Ma il responso delle urne mette in evidenza una differenza sostanziale: Jackson aveva avuto solo il 7 per cento dei voti bianchi, Obama ne ha più del triplo.
"Dopo quattro battaglie - ha detto Obama - noi abbiamo più voti e più delegati e la più grande coalizione che si sia vista da molto tempo: l'America ha voglia di cambiare".

Accompagnato dalla moglie Michelle, vestita di rosa come la sua cravatta, Obama ha scandito il suo credo: "Il cuore di questa elezione è il futuro contro il passato: e non ci dite che il cambiamento è impossibile, perché noi vi rispondiamo: "Sì, si può"". E la platea in delirio ha cominciato a scandire lo slogan "Yes, we can", mentre Obama sottolineava che "il cambiamento non lo porta chi ha una maggiore longevità a Washington o chi è stato più vicino alla Casa Bianca".

Hillary Clinton invece ha parlato da Nashville in Tennessee, sfiorando appena la notizia della sconfitta e dedicandosi invece ad un lungo comizio. Prima di lui aveva preso la parola Bill Clinton, che era in Missouri e che ha rilanciato la candidatura della moglie parlando sempre al plurale: "Noi abbiamo fatto... Noi faremo".

Insieme alla vittoria è arrivato per Barack Obama anche un sostegno importante e simbolico: quello di Caroline Kennedy, figlia del presidente assassinato a Dallas. In un editoriale uscito questa mattina sul New York Times, intitolato "Un presidente come mio padre", l'erede di JFK afferma: "Non c'è mai stato un presidente che mi ispirasse nel modo in cui le persone mi dicono facesse mio padre. Ma per la prima volta credo di aver trovato l'uomo che può essere quel presidente, non solo per me, ma per una nuova generazione di americani".

fonte la repubblica.it

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